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Si è accennato qua e là alla "sofferta" maturazione di Giancarlo Antognoni al quale è mancata la continuità di una guida tecnica come ,ad esempio, hanno potuto beneficiare altri campioni come lo stesso Rivera . E questo Rocco invecchiato e quasi patetico nella sua apparizione fiorentina, lasciò un segno con molti stimoli per Giancarlo. Ebbi personalmente l'occasione di intervistarlo e di parlarci a lungo, proprio sulla figura e sulla personalità di Antognoni così anche se Rocco non c'è più io posso "virgolettare" le sue impressioni in questa sintesi che dice tutto anche su Giancarlo e sulla mutazione dei tempi. " Antonio" ( lo chiamava così, alla sudamericana, abbreviando il cognome trasformato in un nome-pseudonimo) aveva bisogno di una grande metropoli perchè il calcio cambia. La provincia è bella nella prima parte, parlo di provincia calcistica perchè Firenze è una città di storia e di cultura, ma quasi senza industrie, senza grandi occasioni. Sono stato felice di aprirgli gli occhi facendogli capire che la "sua immagine"andava sfruttata e così mi avete visto insieme a lui indossare abiti e posare per pubblicità (n.d'a. : la Facis ). Se un prodotto viene raclamizzato da un giuocatore è un segno non tanto indiretto della sua bravura perchè i pubblicitari vanno in cerca di campioni, è chiaro. E per una via che nessuno avrebbe potuto pensare aumenta il credito di immagine e quindi anche di valore. Antonio è un grande talento, in mezzo ad altri bravi e fuori classe aumenterebbe le sue stesse capacità perchè è intelligente e assimila tutto quello che c'è da imparare perchè nel calcio c'è sempre da imparare. Peccato che non l'abbia incontrato prima, che coppia sarebbe stato con Rivera, loro così gemelli per la critica e nel valore, così diversi tatticamente : una coppia celebre che avrebbe influito di più anche in azzurro, e poi, Antonio giovane avrebbe goduto dell'esperienza di Gianni, e Gianni ....della giovinezza di Antonio per invecchiare dopo. Ma vedrai... Antonio crescerà anche da solo perchè è innamorato di questa città che non lascerà mai. Ma dovrà soffrire perchè il calcio affascina, ma purtroppo sa essere anche una giungla.Dovrà avere fortuna anche se uno come Bernardini e i suoi giovani collaboratori Vicini e Bearzot sanno bene chi è : l'amico FERRUCCIO ( Valcareggi) vide bene a suo tempo". E' questo praticamente un inedito che dice molto sulla sensibilità di Nereo Rocco e dei benefici che Giancarlo Antognoni sapeva trarre dalle esperienze disparate dei suoi allenatori ora che si preparava a conoscere il suo "quarto" uomo della panchina : Carlo Mazzone da Ascoli, un romano eccezionale, uomo ferreo e dolcissimo, tatticamente una via di mezzo fra i tre precedenti e capace di fare spogliatoio . |