E' come mettere la maglia viola al Cupolone .......

di marcello giannini

Quella Firenze raccolta in un'ombra viola, disegnata sulla curva Fiesole,pulsante come un cuore scoperto nello stadio più raffinato del mondo , colmo stracolmo , ha fissato un'immagine irripetibile nella mia mente , e incancellabile : sfilano con essa ,in una sorta di cornice eccezionale trapunta di intrecci com'è solitamente nella memoria ,i ricordi della mia squadra e della mia città. E ho sempre voluto che fossero,squadra e città, le migliori di sempre,in ogni tempo, in tutte le età. La città lo è di certo,la squadra no, perché ha l'anima più fiorentina di ogni altra espressione, così zeppa di contraddizioni,etiche,estetiche,culturali,morali da fare rabbia, da morire di rabbia : santa e dannata, fedele nella promessa e infedele nei fatti ; non hai ancora finito di sorridere che ti senti lo stomaco tirare dalla collera improvvisa. Così bella,dolce e inaffidabile ,ladra dei tuoi desideri di innamorato tradito e subito disposto al perdono nel riscatto creduto. Ha fatto impazzire i suoi tifosi, d'amore e di rabbia, qui in modo diverso che da altre parti,perchè qui le cose sono in assoluto,come i sogni, anche se quasi mai s'avverano : ma sul quel prato verde ,più verde che altrove, più verde che quello del vicino,la maglia ha il colore della primavera eterna,soggioga,stregante e maliarda,sicchè indossarla vuol dire essere il migliore,o col pregio dell'unicità.
Questa è la mia Fiorentina,che non è andata in B, ma semplicemente ha preso una vacanza dalla A dotata com'era di sette nazionali, ha snobbato Matarrese ed il Palazzo alla sua maniera, ha sorriso ai giuocatori che l'avevano tradita ,così come aveva risposto a Baggio con quel profilo della sua storia affidata all'ombra viola disegnata dalla curva Fiesole : lui poteva essere andato a far soldi in terra straniera ,ma nella vita non avrebbe mai avuto, in nessuna parte del mondo quello che era alle sue spalle. Inno alla squadra, con quei monumenti in profilo dove c'erano Dante, Lorenzo il Magnifico, Vasari, i Medici o Canapone, Cellini o Giotto, Machiavelli, Brunelleschi, Guicciardini, Michelangiolo, Bartali, Vespucci o Antognoni , l'Arno o Monte Morello, Fiesole o Settignano, San Frediano o Santa Maria Novella, rito o il Carmine, Masaccio o Bargellini, Pratolini e le sue ragazze, appunto ...uno Scialo così, dove lo avrebbe potuto trovare, lui, come tutti coloro che hanno tradito l'anima di una città immortale perché Firenze è immortale. Firenze è mia perché ci sono nato,all'ombra del Cupolone,battezzato nel bel San Giovanni, cresciuto e fortificato : per mare l'Arno,per spiaggia le sue sponde e le alberete, per montagne il Piazzale o Fiesole. Perché ho visto i miei fratelli fiorentini piangere per un solo istante il giorno dopo il 4novembre del 6 , di sabato,poco dopo l'alba, sotto il sole impietoso e cattivo, immersi nel fango : un solo istante prima di mettersi a pulire tutto, senza chiedere neanche il sussidio, per giorni senza sollevare la testa,senza chiedere aiuto, ma ricevendolo, da tutto il mondo, dai giovani venuti da tutto il mondo perché Firenze è Firenze, unica,immortale . Non erano suoi figli quelli che l'hanno tradita, anche allo stadio, come coloro che dettero fuoco ad un treno venuto da Bologna, o che hanno fatto saltare il suo "CENTRO" con uno stupido atto criminale di terrorismo. Irriverente,orgogliosa,contraddittoria,ma spiritualmente coerente,capace di soffrire senza un sospiro,caparbia e sarcastica, determinata e distratta, avara e prodiga,egoista e generosa,ribelle ed ubbidiente, mai servile e invece eroica, senza spettacolarità, ma capace ,appunto di eroismi silenziosi e nascosti, gesta compiute in assoluta pudicizia.
La mia Fiorentina come la mia città .Il tifo non c'entra, l'amore con razionalità,con l'impegno teso ad una libertà di pensiero e di critica, in assoluto rispetto degli altri e con la capacità tutta spesa alla individuazione dei dati oggettivi perché l'assoluto non è cieco come del resto neanche un bene o un amore. Si deve vincere, meglio ancora primeggiare,ma si può anche perdere purché ci sia l'onore della resa. Non si tratta di orgoglio puro, ma di onestà di intenti. E allora si spiegano i mutamenti d'umore anche nel rapporto tra l'uomo e la squadra, tra l'uomo e la società . L'esempio è nell'attualità, in quel dato dei trentamila abbonamenti sottoscritti, migliaia dei quali sottratti con sacrificio a stipendi non lauti e rosicchiati da un carovita in atto, per una speranza in fìeri,per uno slancio ad occhi chiusi, per una voglia sana di stare in alto com'era giusto che fosse anche prima,com'è sacrosanto che lo sia ora : quel viola in campo ora deve essere capace di battersi come non ha fatto prima,con il cuore ancorché con l'intelligenza immancabile. Diversamente scatterebbe la molla della insoddisfazione procurata da una sorte di tradimento ricevuto : Firenze non è stupida. E a qualunque titolo uno ci venda non dovrebbe mai dimenticarlo dopo averlo appreso.