Giancarlo Antognoni e Renato Zero: due anime molto vicine!
di Giancarlo Passarella

Un connubio tra due personaggi cosi'diversi non lo potevamo certo sospettare: eppure in diverse interviste, Antognoni ha sempre esternato la sua ammirazione per l'estroverso interprete de IL CARROZZONE o IL CIELO ("...abbiamo cercato di conoscerci, parlando del piu'e del meno: l'ho
conosciuto durante uno dei miei trasferimenti con la Fiorentina......
Renato e'un personaggio sincero ed autentico. Si comporta in quel modo per una esigenza interiore, per un suo modo di concepire e vivere la vita..."), cercando di trovare dei punti di contatto ("...siamo dei personaggi noti e nei nostri incontri abbiamo cercato di verificare la giustezza di quello che ciascuno di noi pensava dell'altro...... pensandoci bene le cose che ci
uniscono sono diverse. Prima di tutto il fatto che siamo arrivati ad essere famosi partendo pero'dalla gavetta, da una infanzia di stenti, da famiglie povere....").
In queste analisi l'Antognoni della fine degli anni'70 ha sicuramente considerato le sue prime esperienze di vita (".... quando a 14 anni partivo da Marsciano per andare ad Asti dove allora giocavo, provavo una grande tristezza. Li ero solo ed avevo sempre una grande nostalgia di casa. Ero un ragazzo timidissimo, che fino a 5 anni non avevo praticamente biascicato parola.... Questa tristezza che ci siamo portati dietro dall'infanzia e'comune ad entrambi....!"), anche se ormai consacrato ad una
notorieta'internazionale ed una tranquillita'economica (".... anche se oggi io e Renato siamo personaggi famosi, anche se economicamente stiamo bene, pero'resta in noi - nei nostri visi, nel modo di comportarci - come una cicatrice di quello che abbiamo sofferto....!").
Eppure nelle parole di Antognoni sembra emergere un giudizio sull'uomo Renato Zero, forse piu'che sul personaggio pubblico (".....Renato e'un personaggio sincero .... sicuramente in questo mi appare coerente con i suoi principi di buon anticonformista..!") A tratti Antognoni sfoggia inimmaginate dote di psicologo (".... anch'io
pensavo che fosse un po'montato, un po'artificioso. Ed allora ho cercato di verificare se l'idea che avevo di lui era veramente conforme al personaggio pubblico..."), ma anche di esperto analista ("... gli ho fatto delle domande sulla sua vita e lui mi ha risposto che ha sempre fatto quel genere di vita,
che si e'sempre visto in quel modo. Ho percio'scoperto che non e'che lo faccia per esibizionismo o pubblicita....").
Ma la cosa che ci lascia piacevolmente esterefatti e'scoprire il nostro Antognoni in grado di vestire i panni di un avvocato, pronti a battersi per un indagato da difendere, sfoggiando una sintesi dialettica imviadiabile (".... Renato Zero e'da ammirare sotto tutti punti di vista. Come uomo e come cantante! Anch'io sono uno dei tanti zerofolli, un vero sorcino! E sono anche un suo amico...!").