Gli ultimi anni in viola.

Ma rivediamo con un po' di cronaca questi drammatici avvenimenti che vedono spezzare il rapporto Pontello-Antognoni perchè mai si è rotto tra Fiorentina e Antognoni grazie anche , più tardi, all'intelligenza affettiva di Mario Cecchi Gori e di tutta la sua famiglia subentrata alla guida della società viola.
Giancacarlo, di questi ultimi tre anni fiorentini, prima dell'esilio in Svizzera (a proposito anche i grandi fiorentini sono stati costretti ad emigrare , come Dante "ghibellin fuggiasco.."), tu che cosa ricordi nel bene e nel male.....
Sono quattro le ultime stagioni
in campo con la maglia viola e si va dall'83/84 all'86/87: è triste assistere al declino di un campione anzitempo perchè una costante di Giancarlo è stata la sfortuna. Lui stesso, pur ammettendo che giuocare al calcio è stata invece una fortuna perchè la sua vita va considerata un previlegio rispetto alla maggioranza degli esseri viventi, dice che "ricordo bene le reti che avrei voluto fare come quelle non concesse a Rotterdam o contro il Brasile ai mondiali dell'82: molto meno le altre valide. Ecco con un po' di fortuna avrei firmato quel mondiale ,appunto. E poi è anche vero che avrei potuto crede di più nella dote di realizzatore pensando sempre a quella di rifinitore o di costruzione del giuoco.Ma la vita è quela che è e non quella che avrebbe potuto essere. Va bene così, in fondo essere corretti e fedeli paga, sono ancora nella Fiorentina e sogno lo scudetto non avuto da giuocatore almeno nelle vesti di dirigente" .
Le ultime stagioni hanno avuto il sussulto della volontà tesa a spezzare la congiuntura sfavorevole anche se in agguato ci sono sempre stati i trabocchetti degli incidenti come, appunto, quello con Pellegrini della Sampdoria, autore del brutto fallo che gli costò quella tremenda frattura alla gamba.Riprendiamo con le statistiche dall'annata 1983-84.
La Fiorentina arriva terza con 36 punti,preceduta da Roma e dalla Juventus che vince con le solite polemiche dato che alla fine soltanto due punti separano queste due nuove rivali accese. Juve 43 punti,Roma 41.
E' il campionato del 3-3 con la Juve a Firenze e ancora di più quello del famoso gol di testa in tuffo di Giancarlo. Ed è anche l'anno dell'addio di Daniel Bertoni nell'ultima partita disputata contro il Genova , e fu 0-0 . Anche in quest'anno la Fiorentina avrebbe potuto fare di più delle 12 vittorie e dei 12 pareggi e soprattutto delle 6 sconfitte fuori casa. La squadra viola composta da :
Galli, Contratto, Pin, Oriali, Massaro, Iachini, Passarella, Bertoni, Pecci, Monelli,Antognoni, Massaro.
Nel campionato successivo ,1984-85, vinto dal Verona, la squadra viola finisce al centro della classifica a 29 punti : 8 partite vinter, 13 pareggiate, 9 perse, 33 gol fatti,31 subiti.
E' l'anno di Socrates e praticamente senza Antognoni . Un anno senza lode e senza infamia, comunque da dimenticare.
Riemerge la Fiorentina nella stagione che segue, 1985-86: al quarto posto con trentatre punti e la qualificazione europea.
Riermerge anche la Juve che torna a vincere lo scudetto sulla solita Roma distanziata di 4 punti. E' l'anno dei Berti,Massaro,e ancora del grande Passarella.
Questa la squadra tipo :
Galli, Contratto, Carobbi, Gentile, Oriali, Passarella, Battistini, Monelli, Antognoni, Berti, Massaro.
13 vittorie,1o pareggi,7 sconfitte- 29 i gol fatti, 23 le reti subite.
E' l'anno degli undici gol di Passarella, in una rosa che comprende l'ex terribile iuventino Gentile e Roberto Baggio che riemerge dall'infermeria e dalle giovanili. Ma ci sono anche Maldera,Onorati,il più giovane dei Pellegrini. Va ricordato anche lo staff che sta sopra Agroppi : dal presidente Pontello al direttore generale Nassi perchè con la questione Socrates se ne era già andato via il "grande" ITALO ALLODI per non aver ceduto sull'acquisto di Rummenigge, ormai logoro muscolarmente come dimostrò all'Inter di Mazzola che l'aveva invece voluto. Ma nel taccuino di Allodi c'era anche la firma di Van Baxten ignorato dai Pontello. Tutto questo per dire che Allodi aveva tolto la Fiorentina dal rango di grande provinciale a quello di "grande" e basta : anche l'organizzazione interna venne strutturata in modo da assorbire gradualmente i nuovi impegni che richiedevano un comportamento diverso anche sotto l'aspetto organizzativo e amministrativo con l'inserimento delle prime telematiche e le nuove relazioni col mondo esterno , a tutti i livelli.
E' vero che la società si affidava ad un altro grande "manager" come era Nappi , anche lui con idee nuove e diverse essendo anche più giovane di Allodi. Ma fu questa storicamente una svolta in negativo : Allodi approdava a Napoli dove organizzò la squadra che vinse uno scudetto potenzialmente avrebbe potuto vincere almeno un altro. La Fiorentina entrava sempre di più nella sfera Fiat-iuventina come avevano dimostrato gli arrivi di Cuccureddu, Gentile e alla fine i presidenti Baretti-Righetti, managers di scuola piemontese. Se non fosse finita per essere "succube" finanziariamente probabilmente sarebbe stato positivo il nuovo rapporto di reciprocità che pur non ledendo l'agonistica rivalità societaria avrebbe potuto smorzarne le esasperazioni sfociate alla fine con la grave frattura della cessione di Baggio e la mancata difesa del "fattore campo" nella finale degli anni 9o in coppa Uefa disputata a Torino e ad Avellino (noto feudo iuventino).
L'anno si chiude con la imbattibilità casalinga con la vittoria sulla Juventus per due a zero e anche in questo caso si deve parlare di rendimento non consono alla reali possibilità con la solita avveratasi mentalità del pareggio senza rischio come dimostrarono i pareggi casalinghi col Pisa,col Verona,col Bari,con l'Atalanta, e con le sconfitte esterne di Avellino per 3-1 e di Lecce 2-1 (retrocesso col Bari e lo stesso Pisa).
Il declino di Antognoni coincide col declino sistematico dei viola :
anche questa è cosa che nè Agroppi, nè Nassi hanno capito forse segnando un limite umano nella generale intelligenza fredda e utilitaristica : Agroppi sorprende di più perchè il carattere è quello di un emotivo sanguigno. I Pontello , dopo un'ottima partenza non solo di propositi non riuscirono a tirar fuori quelle doti di scienza manageriale paziente che avevano lasciato intuire di possedere: il giuoco della politica del "piccolo" guadagno quotidiano e delle larghe intese coi potenti per salvare il loro impero imprenditoriale impose sacrifici all'idealità della parentesi calcistica.
Anche sotto questo aspetto Antognoni non ebbe nè fortuna, nè rispetto dovuti.
Così eccoci all'anno dell'addio , quello successivo che lo vide emigrare in Svizzera.
Nella stagione 1986-87 la Fiorentina finì più in basso rischiando anche qualcosa :
26 punti,8 vittorie,1o pareggi,12 sconfitte. E ancora : 30 gol fatti,35 subiti.
La formazione quasi "tipo" :
Landucci, Gentile, Contratto, Carobbi, Oriali, Pin, Monelli, Diaz, Baggio, Onorati, Galbiati.
Ma vanno ricordati anche DiChiara, Gelsi, Rocchigiani, Sereni.
E' vero : con l'arrivo di Baretti si ebbe una maggiore sensibilità per il problema Antognoni il quale ancora una volta con uno slancio di attaccamento alla maglia aveva deciso di abbandonare piuttosto che finire in altra società italiana: così gli fu trovata una sistemazione vantaggiosa sul piano economico in quel di Losanna .E gli fu utile esperienza sociale.
E' vero, la vita è un romanzo e quella di Giancarlo ricca di esemplarità comportamentali con un grande tasso di bontà : la cosa più grave è che coloro che furono e sono
contro pensano che questa qualità con collimi con l'intelligenza, ignorando il postulato opposto che vede andare a braccetto cattiveria-intelligenza limitata e contraffatta dalla furberia.
In tre parole, prima di chiudere, il cartellino finale di Giancarlo Antognoni.

Giancarlo Antognoni

Giuocatore di calcio

Centrocampista-attaccante.

Nato a Marsciano di Perugia nel 1954 il "primo aprile" e non certo per scherzare.
341 presenze nella Fiorentina : record di tutti i tempi
Reti fatte : 61 in campionato,10 in Coppa Italia
Presenze in Nazionale : 73
Campione del mondo con la nazionale in Spagna nel 1982
Un campione, un esempio. Lo hanno capito forse soltanto i fans che fondarono un club tifosi di lui e del Losanna andando in Svizzera a seguire le sue gesta : nel primo campionato dell'idolo in quel paese.
Unico esempio di tutti i tempi nella storia universale del calcio.

Marcello Giannini

primo gennaio 1998

Firenze